Andrologo

La mia andrologia

La cura e la terapia dell'umano maschile meritano attenzione e comprensione qualunque sia la declinazione di questa mascolinità

L'andrologia che pratico riguarda disturbi e disfunzioni dell'apparato genitale maschile, nelle sue due funzioni specifiche, la sessualità e la fertilità.
D'abitudine si fa un po' di confusione, pensando che la funzione dell'apparato genitale maschile sia unica, che sesso e fertilità nell'uomo vadano per natura sempre fusi insieme.
Non è così, si tratta di due “sistemi” indipendenti, che di solito agiscono strettamente coordinati: la inseminazione maschile avviene grazie all'attività sessuale, ma succede che sia presente e valida una sola delle due, che siano possibili entrambi, ma in tempi diversi.
E' importante considerare un ulteriore livello di complessità dell'andrologia: le funzioni genitali sono fortemente collegate alla attività mentale e emotiva, la “psicologia” dell'uomo stesso.
Per capire molti aspetti del disagio andrologico bisogna esplorare e cercare di capire pensieri e sentimenti che si accompagnano alla genitalità (sesso + fertilità), soprattutto quando entra in gioco l'altra persona,quando il sesso è interpretato a due e la fertilità costituisce una dimensione presente.
Ho usato termini volutamente indeterminati: l'andrologia, funzione e disfunzione, si studia nell'uomo solitario e nell'uomo con partner di entrambi i generi.

FERTILITA'
La mia competenza si esercita nella diagnostica e nella terapia di primo livello del versante maschile nell'infertilità di coppia:
- valutazione critica dei test seminali, sia per la efficacia degli spermatozoi, sia per la presenza di flogosi seminale (prostatite, epididimite, vesciculite);
- valutazione dei test ormonali relativi alla fisiopatologia dei genitali;
- ricerca di alterazioni dei genitali obiettivabili e ecodimostrabili: varicocele, distrofismo testicolare, malformazioni congenite peno-scrotali trattamento medico delle flogosi, trattamento chirurgico del varicocele.

SESSUALITA'
Il mio percorso clinico nella sessualità maschile parte dallo studio anamnestico diffuso e approfondito, delle manifestazioni disfunzionali (il racconto di ciò che non va): ascolto e discuto tempo di insorgenza, stato di salute generale, assunzione di farmaci, ambiente sociale, lavorativo, famigliare, di coppia, espressione psicosomatica del disagio (chiedo cosa succede, a sé stessi o al partner, quando le cose non vanno come dovrebbero: rossore, sudorazione, agitazione, delusione, ansia, collera, vergogna, depressione).
In un secondo momento visito l'uomo o il ragazzo, alla ricerca di fattori puramente fisici che possono intralciare o impedire la manifestazione sessuale (fimosi, indurimento plastico del pene, malposizione dei testicoli, infezioni prostatiche o delle altre ghiandole seminali).
Spiego quindi quello che ho capito sulle cause del problema e sulle possibili soluzioni: a volte è necessario e sufficiente rassicurare la persona, sostenere la normalità del disagio, come parte di una variazione fisiologica (la sessualità maschile è per natura intermittente e cedevole, in barba ai miti fallici).
In molte situazioni consiglio l'uso di farmaci per trattare infezioni e infiammazioni, sovente propongo l'uso di farmaci “facilitatori dell'erezione” sia come aiuto estemporaneo, sia come terapia vera e propria. Per l'approfondimento su questo argomento specifico vedi - DE -. Se il disagio è provocato dalla eccessiva brevità della attività sessuale (EP), consiglio due trattamenti farmacologici diversi, una crema che riduce la sensibilità locale, una compressa che riduce “i riflessi di eccitazione” nel sistema nervoso.
La consultazione psicologica (vedi “counseling (consulto psicologico)”) è una integrazione efficace e migliorativa all'uso dei farmaci.
Come sempre nella mia attività di consulente sollecito una riflessione, che permette alla persona di scegliere il trattamento migliore sulla base delle preferenze e esigenze.
Raramente vedo l'utilità di terapie ormonali.
Per risolvere o migliorare il disturbo può essere consigliabile un intervento chirurgico come la circoncisione o il raddrizzamento penieno.

L'aspetto psicologico è sempre presente nel disagio della sessualità maschile: nella maggior parte dei casi è sufficiente il colloquio conclusivo, il più chiaro e completo possibile, per ridimensionare l'allarme emotivo legato al disturbo. A volte questo unico incontro non basta a risolvere pensieri difficili e tormentosi, a chiarire crisi esistenziali o di coppia, a mitigare ansie da prestazione, a rasserenare l'umore, allora ci si accorda per rivedersi più volte, avviando un periodo di consultazione psicologica.


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