Psicoterapeuta e consulente psicologo

La mia psicoterapia

Psicologia per capire, relazione per curare

Incontro i clienti psicologici con grande rispetto per la fiducia che mi dimostrano con la loro richiesta di aiuto; subentra poi la simpatia tra il cliente e me, che rende possibile aprirsi e capirsi; con il tempo sovente nasce anche affetto per la persona con cui lavoro, nell'etica della relazione terapeutica.

Nei colloqui con i clienti lavoriamo entrambi, con le parole e con la presenza.
La presenza è tutto quello che io e il cliente esprimiamo al di là delle parole, è fatta di corpo, profumi, odori, movimenti, gesti, facce, sguardi, sorrisi, risate, sospiri, lacrime.
Questo genere di presenza comprende la stretta di mano, il saluto, le parole sul tempo, il gesto del pagamento, la telefonata, il messaggio, la lettura di un brano da un libro, la lettera scritta a mano dal cliente. Lì compare anche tutto il mondo che dalla nostra mente si trasferisce nelle parole e nei racconti, sono presenti, in forma fantastica, le figure delle persone di cui si parla, genitori, figli, mariti, mogli, amanti, amici, colleghi, capi, personaggi di libri, attori, politici... siamo in due lì, ma spesso la stanza è affollata e il suono di tutti quelli che parlano, per mezzo nostro, è un frastuono.

Il lavoro che si svolge nella stanza delle parole e della presenza è una comunicazione senza intermediari come quelli usati dal medico, strumenti o esami del sangue o radiografie o risonanze magnetiche o ecografie: lavoriamo con l'unico strumento utile lì dentro, la persona che siamo.
Cliente e psicologo, ci scambiamo quello che abbiamo dentro, idee, sentimenti, il carattere, la personalità. Man mano che la nostra conoscenza si approfondisce ci liberiamo degli abiti mentali.
Il carattere terapeutico degli incontri sta nella diversa responsabilità dei due partecipanti: il cliente paga per lavorare in coppia con quella persona che “ne sa un po' di più” e che si assume l'impegno di stimolare, condurre, approfondire i pensieri che vengono scambiati, con lo scopo alleggerire il disagio e la sofferenza del cliente, aiutarlo a prendere decisioni importanti.
La responsabilità maggiore del conduttore della coppia sta nel mantenere l'etica terapeutica, che può essere semplificata dicendo che è consentito lo scambio libero di qualunque manifestazione, purchè ognuno stia saldo sulla propria poltrona.

Nei colloqui con i clienti siamo seduti entrambi su sedie o poltrone, a preferenza del cliente; non uso il lettino psicanalitico, non uso la scrivania perchè la considero una barriera tra le persone e non scrivo nulla durante gli incontri.
L'asimmetria della relazione si basa anche su quel “saperne un po' di più” del professionista che si traduce nell'ispirazione teorico-tecnica che per me è ecclettica.
Nelle diverse situazioni e con diversi clienti adotto sistemi di pensieri che appartengono ai molteplici filoni della psicoterapia contemporanea, poichè riconosco validità di teorizzazione e di praticabilità a ognuno di essi.
Lo studio di comparazione tra le diverse impostazioni mi consente di pensare nel modo più aperto possibile.


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